Cile 2011

Febbraio 2011 – estratto da “Destination South”

San Pedro de Atacama, Cile

Superata la decima frontiera senza problemi, mi trovo con Laura ed altri cinque ragazzi in questa minuscola città punto di passaggio per tutti coloro che terminano i tour nel sud ovest boliviano.

San Pedro è una piccola trappola per turisti, oltre ai prezzi più alti le strade, non asfaltate, della cittadina sono letteralmente costellate di agenzie che vengono tour per le zone circostanti, affittano biciclette e sandboard. 

Sono qui solo di passaggio, dopo tre giorni tra lagune, valli e deserti, sinceramente non ho voglia di imbattermi in un’altra spedizione, nel pomeriggio quindi giro gli uffici delle linee di trasporti per trovare l’autobus che mi porti a Salta, in Argentina. 

Il primo disponibile è per giovedì mattina, mi devo quindi fermare tre giorni cercando di limitare i danni. 

Le attrattive non sono molte e le dimensioni fanno si che in meno di mezz’ora se ne abbia già abbastanza, la cosa che però mi piace di questa oasi in mezzo al deserto è vedere un sacco di agenzie con fuori tavole da snowboard e mountainbike.

Passata una notte non proprio fantastica a causa di qualche strascico di raffreddore conseguente al tour mi dirigo nella piazza centrale dove ci sono già altre persone in attesa, qualche minuto dopo carichiamo le tavole nel furgone e si parte verso la Valle de la Muerte.

Una volta arrivati mi viene assegnata una Rossignol 150, regolo gli attacchi quasi a mio piacimento e si parte, mentre l’istruttore spiega a tutti come fare io stavo già tornando, faticosamente, su. Dicono sia simile alla neve fresca ma io l’ho trovato molto più facile e lento. Ogni discesa non dura che pochi secondi, per me, per altri è uno spettacolo di capriole e tuffi nella sabbia. Ogni salita è mortale! Con il sole che picchia, l’aria a tratti immobile e, ovviamente, i piedi che sprofondano nella sabbia ad ogni passo. L’istruttore di un altro gruppo impegnato nella medesima attività mi nota e mi indica di seguirlo più in alto, da dove si parte poi per una discesa più ripida e più dura, dove riesco a condurre molto meglio e divertirmi un pelo di più, ma anche in questo caso si esaurisce in pochi secondi.

Verso mezzogiorno è ora di tornare indietro, complessivamente mi sono divertito ma credo dipenda dal fatto che avevo una gran voglia di sentire una tavola sotto i piedi, se invece la si guarda oggettivamente la fatica che si fa per risalire ogni volta a piedi non viene ripagata dalle ‘emozioni’ che si provano in discesa.

 

 

Marzo 2011 – estratto da “Destination South”

Santiago, Cile

L’autobus da Los Andes si ferma presso il terminal Los Heroes, la zona è sede di diverse università, mi dirigo nel vicino Barrio Brasil dove, dopo qualche giro, trovo sistemazione.

In serata, dopo cena, vedo sbucare una faccia conosciuta, si tratta di José, lo spagnolo conosciuto a San Pedro de Atacama, incredibile.

Il giorno dopo mi incammino verso il centro e la prima cosa che noto è la chiesa, rosso scuro, di Santa Cecilia, non segnalata sulla mia mappa ma veramente ben curata.

Prima di raggiungere la Plaza de Armas mi trovo davanti alla maestosa struttura del tribunale, subito di fronte la vecchia Camera dei Deputati.

Una volta in Plaza de Armas visito la cattedrale e di fianco l’edificio della posta, Correo Central ed il Museo Historico Nacional.

Imbocco poi il Paseo Ahumada, una via pedonale piena di negozi, fino ad arrivare alla sede dell’Universidad de Cile, già che ci sono decido di spingermi fino al Cerro Santa Lucia, passando prima davanti alla Biblioteca e Archivio Nazionale. L’entrata è gratuita ma bisogna firmare un libro degli ospiti. Seguendo le scalinate di pietra arrivo prima alla terrazza Caupolican, successivamente al giardino Darwin ed infine sul punto più alto, la Torre del Mirador, dalla quale si ha una buona veduta sul centro della città e sul Cerro San Cristobal.

Tornando indietro ho modo di vedere il palazzo del Governador Moneda, con le guardie in divisa storica e, alle spalle, la Plaza Constitucional con una ventina di bandiere cilene disposte a semi cerchio. 

 

 

Pichilemu, Cile

La sera prima ricevo un’email da Oliver, dell’ostello Surf Eat Sleep, che mi avvisa che forse non sarebbe stato presente al mio arrivo ma che avrei trovato le chiavi sotto al tappetino.

Una volta giù dall’autobus cammino per circa una decina di isolati e raggiungo l’indirizzo segnalatomi. Non vi è nessuna insegna, solo una vecchia struttura di legno, colorata di rosso e con un grosso numero 134 dipinto in bianco, la strada finisce venti metri dopo. Mi avvicino allora alla cancellata di legno, rimuovo il cordino di plastica e mi trovo davanti ad una porta, con un tappetino verde davanti, trovo le chiavi ed entro.

Dopo aver scambiato qualche parola con il mio coinquilino australiano, esco per la mia solita prima camminata, quella che faccio sempre quando arrivo in un posto nuovo, prima destinazione, ovviamente, la spiaggia! 

C’è il sole ed un’arietta fresca che rende ancora più piacevole la mia camminata tra le piccole strade della cittadina, passo attraverso al vicino Bosque Metropolitano ed arrivo alla Playa Principal che è una spiaggia di sabbia grigio scura, all’interno di un’insenatura, è bassa marea, le onde sono piuttosto disordinate, ma c’è comunque un po’ di gente in acqua, tutti rigorosamente con indosso la muta.

Proseguo sul lungo mare fino a raggiungere Playa Puntilla, una striscia di terra protesa verso il mare, dove sorgono un paio di scuole di surf. La stagione estiva si è da poco conclusa, non c’è tantissima gente e alcune strutture sono già chiuse.

Tornando verso il centro passo per il Parque Ross, un bel parco del 1935, e subito di fianco vi ritrovo il particolare edificio che vedevo in lontananza, si tratta del Centro Culturale di Pichilemu, che ha la sua sede in quello che una volta era l’edifico dell’Hotel Casino costruito nel diciannovesimo secolo.

Percorrendo invece l’avenida Ross, dove sono concentrati negozi, bar e ristorantini, arrivo alla Municipalidad che, con mia grande sorpresa, ha un insegna a forma di tavola da surf! 

Sei chilometri a sud di Pichilemu si trova Punta de Lobos, uno degli spot più famosi in Cile. La strada termina su una scogliera a strapiombo sul mare, ci sono vari sentieri che portano alla spiaggia e alle scogliere sottostanti. Le onde che arrivano fino alla spiaggia principale sono lunghe e piuttosto veloci, quelle invece vicino alle due alte rocce sono più alte e grosse.

Camminando ancora un po’ arrivo sull’altro versante, dove ci sono vere e proprie pareti d’acqua alte più di tre metri che si scagliano con violenza sulla scogliera, la cosa che mi impressiona è che siamo in estate, a quanto dicono due local che trovo li vicino in inverno sono alte più del doppio!

thanks to: Jordan, Oliver, Eliza, Carolin

 

 

Valparaiso e Viña del Mar, Cile

Arrivato a Valparaiso, appena esco dal terminal la prima impressione è quella di essere tornato indietro nel tempo per via delle strade e dei palazzi vecchi, in pochi isolati però scorgo i timer d’attesa disposti sotto ogni semaforo e la moderna linea della metropolitana, che contrastano fortemente con il mio pensiero iniziale.

Plaza Sotomaior è ad appena due isolati di distanza dall’ostello, ho modo di ammirare il particolare edificio blu dell’Armada de Chile, con di fronte il monumento dedicato ad Arturo Prat ed agli eroi, alle spalle di questo c’è una parte della grossa zona portuale.

Proseguo la mia camminata fino al Cerro Artilleria e siccome l’ascensore è fuori servizio mi incammino a piedi lungo il Paeso 21 de Mayo. Man mano che salgo d’altitudine ho modo di osservare le numerose case dipinte con colori vistosi, alcune delle quali in rovina, e i numerosi e coloratissimi graffiti che ricoprono i muri. Una volta giunto in cima al Mirador ho una bella vista di tutta la baia nella quale sorge la città.

Di sera i numerosi vicoli che tagliano le colline sono ben illuminati, esco per una passeggiata senza mappa e senza indicazioni e ritrovo alcuni dei percorsi fatti durante il giorno per poi arrivare allo scenografico palazzo Baburrizza.

Viña del Mar si trova a soli nove chilometri di distanza ma ha un carattere totalmente differente.

La fermata centrale della metro sbuca proprio in corrispondenza di piazza Sucre alla quale è collegata piazza Vergara, con il suo bel parco e la fontana centrale.

Sul lungomare si trova il Castillo Wulff, purtroppo non visitabile, più avanti si trova l’orgoglio della città, l’orologio di fiori.

Da come mi era stata descritta le mie aspettative sono state un po’ deluse, per ciò che mi riguarda si tratta solo di una località con qualche spiaggia e alcuni grandi alberghi ed alti palazzi.

 

 

puerto natales, Cile