Sicilia 2022

Il Viaggio

Il viaggio è lungo, da Torino la Sicilia è lontana. Sì, ci siamo andati in auto. Volevamo portar giù le nostre amate (e preziose) bici da corsa e volevamo più libertà di movimento una volta arrivati a destinazione, dopo quasi 1500km.

Isole dei Ciclopi e Castello Normanno

Tempo di lasciare i bagagli in casa, di cambiarci d’abito e via per strada per il primo giro in bici. Facile e vicino. Le Isole Ciclopi sono un gruppetto di rocce che sbucano dal mare, ben visibili dalla costa. A poca distanza, su un imponente promontorio di roccia fa la sua comparsa il Castello normanno di Aci. Davvero impressionante nella struttura e molto ben integrato nella roccia. Bellissima la discesa al mare, buonissima la mia prima granita siciliana (che diventerà poi rituale quotidiano di fine giro bici).

Taormina e Castelmola

Il secondo giorno il clima è incerto, ma non piove. Sempre in bici, ci avviamo verso Taormina, passando da Giardini Naxos. Il mare è mosso e per tutto il percorso veniamo investiti dalla brezza marina, piacevole sensazione per noi, un po’ meno per le trasmissioni delle bici. Fatte due curve in salita verso Taormina si gode di una vista sulla costa appena percorsa e (quando il cielo è sereno) con l’Etna alle spalle.

La salita a Castelmola è dura ma il clima fresco la fa pesare di meno e, una volta arrivati su, come non mi stancherò mai di dire, la vista che si gode ripaga della fatica. Si vede tutta Taormina da un lato, con il Teatro Antico, l’Isola Bella e il mare in sfondo. Dall’altra parte si ha una veduta spettacolare sulla natura selvaggia che, come farà notare D su Strava, in questa giornata nebbiosa pare Macchu Picchu.

Un ultimo strappo in salita per ritrovare una piccola chiesetta incastonata nella roccia e godere di un’altra vista su Taormina. Poi, andando giù, passiamo dalle stradine del centro della città, con i suoi affascinanti e strettissimi vicoli, le chiese, le piazzette, i turisti e vari profumi di cibi.

Castagno dei Cento Cavalli, Zafferana Etnea

Quando ho scelto la Sicilia come meta per le vacanze la mia idea era di provare ad andare sull’Etna in bicicletta e, quando Giuliano ha deciso di aggregarsi a me, ero tranquillo per la presenza di una guida locale.

Anche oggi il clima è variabilissimo ma noi decidiamo di provarci lo stesso, partiamo dalla nostra casa a pochi passi dal mare decisi ad andare fino su, scalare il Vulcano con la V maiuscola. Fino a poco prima di Nicolosi il clima è grigio ma tiene, e questo fa si che i primi metri di pendenza si sentano poco. 

Ok, piccola precisazione ciclistica: il bello della Sicilia per quello che ho osservato nei primi giorni è che anche per fare pochi chilometri si fanno tante salitine e discesine, quindi è facile accumulare dislivello.

Passano pochi minuti che inizia a scendere qualche goccia di pioggia ma noi continuiamo a salire. La pioggia si intensifica e, guardando il cielo, scegliamo di evitare la salita da Nicolosi per provare quella da Salto del Cane. Arriviamo all’attacco della salita un po’ bagnati ma non troppo, ma bastano un centinaio di metri dopo il cartello dei 15Km perché la pioggia aumenti di intensità e ci costringa a girare le bici e tornare sui nostri passi. Poco male, visitiamo Zafferana Etnea e, passando dal boschetto di Milo con il suo microclima indonesiano, arriviamo al Castagno dei Cento Cavalli. Questo enorme albero con una circonferenza ci circa 23 metri deve il suo nome alla leggenda che narra di una Regina, con al seguito cento cavalieri e dame, durante una battuta di caccia, trovò riparo durante un temporale. Beh noi eravamo in due e con due bici, nessun cavallo, e ci siamo riparati nella vicina struttura di legno osservando il cielo alle spalle dell’albero, con qualche apertura al sereno ma, ovviamente non nella direzione a noi congeniale. Tornando giù, verso la costa, il clima è nuovamente cambiato e ci ha asciugati e stirati grazie al mix di caldo e vento. In serata due belle fettine di carne di cavallo ce le siamo proprio meritate perché tra un temporale e l’altro, son venuti fuori più di 1300 metri di dislivello.

Siracusa submarine

Abituati ormai al fatto che la Sicilia, per accoglierci al meglio, abbia deciso di modificare il suo clima per renderlo il più simile possibile a quello del nord da cui proveniamo, decidiamo di caricare le bici in macchina e fare un salto a Siracusa.

Appena parcheggiamo il Qubo ci accoglie qualche goccia d’acqua e allora tiriamo fuori un ombrello che non sapevo neanche di avere in macchina e ci incamminiamo per la città costiera. Raggiungiamo la parte più antica della città, ovvero l’isola di Ortigia. Camminare tra i vicoli è piacevole perché fa scoprire un sacco di scorci interessanti ma, allo stesso tempo, è un continuo schivare altre persone e saltare da una pozzanghera all’altra. Tanti i richiami a Pitagora e Archimede. Finalmente ho modo di vedere dal vivo una delle piazze che da circa una decina d’anni, mi incuriosiva, Piazza del Duomo, che conoscevo perché appariva su Gran Turismo 6 tra gli spot fotografici. Che dire, bellissima come nel videogioco con la sua forma asimmetrica e resa ancor più unica dalle luci e dai riflessi che la pioggia regala. Il nostro giro prosegue verso il castello e, facendo tutto il lungomare, torniamo alla macchina con poco più di 10km di passeggiata. Le nuvole lasciano il posto al sole e allora ci cambiamo e prendiamo le bici, direzione Avola, dove da lì a qualche giorno partirà la tappa del Giro d’Italia diretta sull’Etna. Primi quindici chilometri piatti, clima perfetto, media alta. Poi qualche goccia, cambiamo direzione, scappiamo dalle nuvole. Ma non è abbastanza, il vento cambia, i nuvoloni ci localizzano e scagliano tutta l’acqua che avevano su di noi e sulle strade che in pochi minuti si allagano. Non ci resta altro che invertire la rotta, testa bassa e pedalare. In alcuni tratti vedo scomparire i profili delle ruote delle bici sottacqua per poi riemergere, arriviamo all’auto belli inzuppati. Il Qubo diventa uno spogliatoio, ci asciughiamo e cambiamo. Prima di ripartire scoviamo la pasticceria di Alfio Neri. Giuliano dice che è famosissima, ci entriamo, ordiniamo la ‘Cannolo Terapia’. Premesso che da sempre non mangio nulla che contenga formaggio e che da una decina d’anni non bevo nulla che contenga alcol, il rituale prevede un cannolo siciliano preparato sul momento con la sua crema dolcissima, il granellato di pistacchio, la cannella e altre robe buonissime e per finire un dito di un particolare moscato. Quello però che mi ha colpito di più, a me che non sono proprio un goloso e un amante del cibo, sono stati i modi delle persone che ci hanno accolto e servito, semplicemente perfetti. Spiritosi ma non invadenti, professionali ma non rigidi, insomma deliziosi.

Valle dei Templi e Scala dei Turchi

La zona di Agrigento doveva essere sede dei nostri ultimi giorni di vacanza ma, visto l’andamento del meteo e l’Etna che continuava a negarsi abbiamo modificato i nostri piani prolungando l’appartamento ad Acireale e quindi abbiamo deciso di dirigerci in giornata verso il sud ovest.

Durante il percorso abbiamo trovato ogni tipo di clima, dal sole ai temporali, al vento fortissimo. Arrivati in prossimità della Valle dei Templi una tregua meteo ci permette di godere del parco. Per chi come me da bambino era appassionato della Grecia e dei cartoni animati dei Cavalieri dello Zodiaco, ritrovarsi a passeggiare tra Templi e rovine di templi è qualcosa di indescrivibile. Nonostante la presenza di alcuni gruppi di turisti si respira a pieno l’atmosfera epica che queste strutture richiamano.

Terminata la visita riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso la Scala dei Turchi, la famosa costa rocciosa bianca che sembra una colata di meringa o di panna. L’accesso teoricamente è vietato ma c’erano su diverse persone. Decidiamo di far alzare il drone e fotografare e riprendere da angolazioni diverse questo spettacolo della natura.

Al ritorno facciamo sosta ad Enna per la cena. Non pensavo fosse così in alto, ma ci troviamo a più di 900 metri di altitudine, il risultato è un tramonto spettacolare avvolto tra le nubi basse che poco dopo si trasforma in un clima umido e freddo. Ceniamo in un bel ristorante tipico e curato ma che delude nelle porzioni.

Etna sud bici

Finalmente ci siamo, oggi 10 maggio 2022, il meteo dice sole e il Giro d’Italia passa sul Vulcano. Prendiamo le bici e partiamo dal mare per arrivare su in cima. Saliamo da Zafferana Etnea e, in questo articolo, posso posso solo dirvi che la salita è lunga ma costante, con un paesaggio che si trasforma e diventa via via sempre più simile a quello lunare. Metterò qualche dato in più sull’articolo dedicato alla Sicilia bici. Arrivato in cima mi rendo conto di aver fatto duemila metri di dislivello in un’unica lunga salita di poco meno di quaranta chilometri, la mia stanchezza sparisce. Passiamo all’interno dei preparativi per l’arrivo di tappa, tra gli stand e il pubblico c’è aria di festa. Restiamo bloccati per l’arrivo del Giro-E, la versione elettrica della corsa, ma riusciamo poi a venirne fuori e scendere qualche chilometro per posizionarci in un tornante prossimo alla vetta, in attesa che passino i ciclisti veri, quelli del Giro.

Arrivano i primi due in fuga e, come mi è già successo in precedenza, mi accorgo che il loro modo di pedalare, è proprio un altro sport. Chi non va in bici e, soprattutto, non fa salita difficilmente potrà capire a fondo quanta differenza ci sia. Passano poi sparsi altri corridori, un gruppetto, poi Nibali acclamatissimo ci regala uno scattino. Infine arriva, in ritardissimo, il gruppo della maglia rosa. Decidiamo allora di riprendere le bici e scendere da Nicolosi, tra il freddo e il vento della sera. Sosta panzerotto al cioccolato, dribbling nel traffico di Acireale e torniamo a casa.

Catania

Il giorno seguente la carovana del Giro d’Italia riparte da Catania e noi, saltando tra una strada chiusa e l’altra, ci arriviamo in bici con un tempismo perfetto per goderci la partenza di tappa, quando vanno ancora piano e riesci a vederli bene. Approfittiamo per visitare il Duomo e il centro, il clima da ieri è stabile, sole e caldo. Andiamo prima verso il mare per poi tornare verso nord e sostare di nuovo in prossimità delle isole Ciclopi, granita di lusso e ritorno. Sempre alle Ciclopi riesco a fare qualche scatto col drone, al tramonto, con l’Etna dietro.

Etna sud a piedi

Le webcam dicono che “su è tutto aperto” prendiamo il Qubo e saliamo fino alla Casa Cantoniera sopra al rifugio Sapienza, da lì allacciamo le scarpe da trail e via a camminare. Ora voi direte, fai un sacco di chilometri in bici, che sarà mai una camminata?! ecco, io non ho mai camminato in montagna e infatti, i primi dieci minuti di dolore ai polpacci lo testimoniano. Poi, grazie anche a qualche consiglio di Giuliano, prendo il mio ritmo, cuore e polmoni a quanto dice il Garmin sono tranquilli, come se stessi passeggiando. Ecco, la passeggiata dura circa 14 chilometri con poco più di 800 metri di dislivello, arrivando oltre quota 2700 metri, sulla neve. Ecco sì, uno dice Sicilia e non si aspetta la neve ma qui su, sull’Etna, versante sud, la neve c’è eccome (si scioglierà poi il giorno seguente). Lo spettacolo di vedere i sentieri neri che fumano, con di fianco la candida neve, è una cosa che non avevo visto neanche in Islanda. Facciamo alzare il drone per qualche foto e video diversa e poi, per scendere mettiamo su una giacchetta. Ecco sì, avevo scordato di scriverlo, siamo saliti su vestiti  da running e cioè pantaloncini, maglietta e scarpe da trail running. Anche prendendocela comoda siamo andati su superando diversi tizi vestiti da esploratori estremi e siamo arrivati in cima prima della spedizione con le mountain-bike elettriche, si lo so, non era una gara, ma per essere la mia prima camminata, niente male no?

Dopo la ravanata a piedi, pranzo abbondante in Casa Cantoniera, ci voleva proprio.

Etna nord bici

Penultimo giorno di vacanza e che fai? non vorrai mica non tornare sull’Etna?

Questa volta non partiamo dal mare ma da un po’ più su e facciamo il versante nord. Anche questa volta devo dare ragione a Giuliano, l’Etna da questo lato sembra proprio tutta un’altra montagna. La salita da Linguaglossa è costante e non troppo difficile, fino agli ultimi chilometri per raggiungere Piano Provenzana, dove la pendenza schizza su e solo le scritte per terra che incitano Damiano Caruso ti fanno restare concentrato e motivato per arrivare su. Arrivati in cima c’è un cartello che dice che a 1800 metri è il punto più verde dell’Etna, ma su questo ci sono pareri contrastanti. Quello di cui sono certo è che, anche qui, lo spettacolo del paesaggio nero per le colate di lava e verde per gli alberi, è qualcosa di emozionante, qualcosa che vale ogni singolo metro di strada e ogni singola goccia di sudore. Prima di andare giù facciamo ancora una rapida salita al Rifugio Citelli e da lì salutiamo la montagna per una veloce discesa.

Messina e ritorno

Ovviamente quando devi ripartire da un qualsiasi posto di vacanza, il meteo diventa ancora più bello dei giorni precedenti, per farti rosicare di più. Usciamo dall’autostrada, ripassiamo da Giardini e da Taormina, questa volta sì che si vede quello che si deve vedere (foto sotto). 

Ovviamente non potevo lasciare la Sicilia senza passare a trovare un vecchio amico, il Mago di Yoz! Conosciuto a Lanzarote nel 2006, è rimasto davvero sorpreso di veder sbucare la mia faccia dalla vetrina del suo bellissimo negozio.

Infine il ritorno, lungo, come l’andata. Con quel passaggio in Basilicata che sull’autostrada regala nebbia per poi tornare in estate in Campania. I soliti autogrill, e arriviamo a Torino in nottata.

Non è tutto

Che dire, questi undici giorni sono volati. Ho visto posti che erano come e anche più belli di come mi aspettavo. Odori, quelli che purtroppo per fotografia e per video è impossibile trasmettere. Odori di agrumi, di gelsomino ma anche di fritto e di cibo buono. E ci sarebbe ancora tantissimo da dire sui vecchini curiosi alla vista della mia Bianchi che mi raccontano che anche loro ne avevano una, ai pescatori che ti dicono che è troppo freddo secondo loro. Ma non è tutto, purtroppo la Sicilia non è solo questo paradiso paesaggistico, gastronomico e con persone dai modi educati e accoglienti. La Siclia, un po’ come tutto il sud Italia, è anche un posto dove c’è poco senso civico. Lo si nota nella spazzatura buttata a bordo strada e in posti dove proprio non te lo aspetteresti e lo si nota anche alla guida, dove ogni legge e ogni convinzione sparisce. Ci tornerò? sicuramente sì, in futuro.

Nei prossimi giorni proverò a trasformare tutte le clip in un video per il mio canale Youtube, restate sintonizzati.