Bohemian Rhapsody

In questi giorni pubblicherò una serie di articoli che sono nella mia testa da qualche giorno, settimana, mese ma che non sono riuscito a pubblicare. Questo è uno di quelli.

Bohemian Rhapsody

Finalmente ho avuto l’occasione di andare a vedere il film dedicato ai Queen e no, tranquilli, la mia non è una recensione sull’accuratezza delle vicende, sugli errori o sulla somiglianza e bravura dei protagonisti. 

In poco più di due ore di proiezione sono riuscito a tornare al 1986, quando non avevo neanche sei anni, e vidi per la prima volta sul televisore Grundig della cucina, la replica del concerto di luglio dei Queen a Wembley. In quell’occasione vidi per la prima volta un tizio con degli strani baffi e con una giacchetta gialla ancor più strana ma con una voce unica, accompagnato da un capellone che faceva cose (per me) incredibili con una chitarra elettrica. Riuscì ad immortalare il tutto su una videocassetta che non ho idea di come abbia fatto a non consumarsi visto quante volte l’ho vista, riavvolta e rivista. 

Grazie a questo film mi è anche tornato alla mente l’anno dopo, quando durante l’estate, con un enorme walkman Nordmende, seguivo mio papà che dava una mano al vicino di casa Dante a seguire alcuni cantieri. Io me ne stavo seduto su una panchina a guardarli ascoltando nelle cuffie ricoperte di spugna un paio di musicassette dei Queen che sinceramente non ricordo da dove arrivassero (nel 1987 non esistevano Spotify e l’iTunes Store).

Negli anni ho poi conosciuto i Beatles, i Rolling Stones, The Who per poi arrivare a Oasis, Statuto, Stone Roses e tutto ciò che ne deriva, ma i Queen sono stati il primo vero amore e non nascondo di aver provato qualche attimo di commozione durante la visione del film.