Paraguay 2011

Aprile 2011 – estratto da “Destination South”

Asuncion, Paraguay

Salutati i miei genitori che si dirigono a Cordoba per il rientro in Italia parto per Ciudad del Este, la prima città in Paraguay. Con un paio di ragazzi giapponesi devo richiedere la fermata dell’autobus presso l’ufficio immigrazione per il timbro d’entrata nel paese, perché la maggior parte della gente che si reca qui viene dal Brasile e dall’Argentina solo per far shopping e non c’è alcun controllo di documenti. 

Mezz’ora dopo parte l’autobus per la capitale paraguaiana, una rischiosa corsa di sei ore con un’autista un po’ troppo sicuro delle sue capacità.

Trattandosi dei miei ultimi giorni di viaggio mi concedo la comodità di prenotare una camera presso un albergo.

Passo un fine settimana all’insegna dell’ozio tra camera, piscina e centro commerciale e il lunedì mattina mi avvio verso il centro. 

Grazie ai consigli di un vecchio signore individuo l’autobus corretto che in un quarto d’ora mi porta a destinazione, nei pressi di Plaza de los Heroes. Il Panteon è circondato da transenne e l’interno non è accessibile a causa di alcuni lavori di ristrutturazione, passeggio per le quattro piazzette in cui è divisa la piazza e poi mi dirigo verso verso Plaza Constitucion dove c’è l’edificio rosa del Cabildo, passando prima per la Catedral Metropolitana, anche questa chiusa.

Costeggio il fiume e a poca distanza avvisto la struttura specchiata del Congreso Nacional, incuriosito da una scrofa con il suo cucciolo mi addentro un po’ nel parchetto proprio di fronte. Dopo un po’ un soldato mi si avvicina dicendomi gentilmente che è ‘abbastanza pericoloso’ camminare oltre, a parer mio voleva evitare che i miei occhi e la mia fotocamera vedessero le modeste costruzioni proprio di fronte all’importante edificio.

Poco dopo arrivo nei pressi della struttura bianca del Palacios de Lopez, un altro soldato, ma questa volta in mimetica, si occupa di scortare me ed una ragazza dall’altro lato del marciapiede e ci indica di procedere su una strada parallela perché da li a poco la strada sarebbe stata chiusa per una manifestazione.

Arrivato alla zona portuale mi soffermo un po’ a guardare verso il fiume e riposare, non ho percorso grandi distanze ma ci ha pensato il caldo a consumare le mie energie. 

Le strade ed i marciapiedi del centro non sono molto trafficate, si riesce a girare molto bene senza inquinamento e senza rischio di essere investiti quando si attraversa.

Torno indietro, supero Plaza de los Heroes e raggiungo, quattro isolati più avanti, Plaza Uruguaya con il suo verde incolto. Visito la struttura del Ferrocarrill, la prima linea ferroviaria di tutto il Sud America e decido di entrare nel museo. All’interno si trovano vari orologi e altri strumenti in uso in stazione. Addentrandosi sotto il grande capannone fa bella mostra di se una piccola locomotiva datata 1861 e due vagoni in perfetto stato di conservazione. Una volta a bordo di uno dei vecchi vagoni mi siedo su uno dei divani guardando fuori dal finestrino e provando a immaginare come fossero i viaggi di quell’epoca. 

Al ritorno decido di fare parte del percorso a piedi sull’Av Mariscal Lopez, notando enormi case circondate da giardini che sembrano parchi, alcune residenze storiche, altre più attuali.

Passata la Iglesia de la Recoleta con l’attiguo cimitero, sempre sulla strada trovo un ufficio della TAM, la compagnia aerea con la quale effettuerò il volo fino a San Paolo, ne approfitto quindi per entrare per avere la riconferma del volo e chiedere qualche informazione supplementare. Qualche nuvola oscura il sole ma il caldo resta prepotente, al mio ritorno in albergo mi cambio rapidamente e mi tuffo nella piccola piscina in giardino.

Tra Av. Pettirossi e Av. Francia, con un’altra emozionante corsa in autobus, arrivo al Mercado Cuatro, che mi era stato consigliato da Orlando, un brasiliano conosciuto sull’autobus da Ciudad del Este. Mi trovo davanti ad un grande ammasso di banchi, banchetti e bancarelle che vendono di tutto, dalla frutta all’abbigliamento, c’è gente in tutte le direzioni ma è una confusione tutta via non fastidiosa, come direbbe Claude, dell’albergo, c’è molto folklore locale.

Bene, è giunto il momento di preparare lo zaino da imbarcare in aereo e tirar fuori lo zainetto più piccolo da usare come bagaglio a mano, si torna a casa!