Brasile 2011

Aprile 2011 – estratto da “Destination South”

Puerto Iguazù, Argentina e Brasile

Lasciata Buenos Aires riappare il paesaggio di pascoli e campi coltivati, ma più ricchi di verde rispetto a quelli visti a sud. La regione di Entre Rios, neppure a dirlo, è attraversata da numerosi fiumi, la strada verso nord costeggia l’Uruguay.

Il mattino seguente si cambia scenario, con una vegetazione molto più folta e ricca di alberi, una sorta di giungla prende il posto dei campi.

Puerto Iguazú si trova nella regione Misiones ed è separata dal confine con il Brasile dal Rio Iguazú e dal confine con il Paraguay dal Rio Paranà.

Dopo un’occhiata alle sculture/monumenti del Paseo de la Itentitad basta camminare un paio di chilometri per raggiungere Hito Tres Fronteras, posto sull’incrocio tra i due fiumi dal quale si vede sia la costa brasiliana che quella paraguaiana, ognuna contrassegnata da una roccia triangolare alta quasi tre metri colorata con i colori della rispettiva nazione.

Il clima è caldo, la terra rossa la fa da padrone e camminando per le strade sembra di trovarsi davvero in mezzo alla giungla. C’è molta vegetazione e, per la gioia di mia madre, molte specie che in Italia non ci sono ed altre che invece sono molto più grandi rispetto a quelle nostrane.

Dal terminal degli autobus ci sono partenze ogni venti minuti dell’impresa El Practico verso il Parque Nacional Iguazú, la distanza di circa quindici chilometri rispetto al centro si percorre in meno di mezz’ora, il biglietto d’ingresso costa ARS100 a persona.

All’interno del parco c’è un comodo trenino a gpl che permette di raggiungere comodamente tutti i vari sentieri.

Ci dirigiamo come prima meta verso il percorso che porta alla Garganta del Diablo, veniamo accolti da un’infinità di farfalle di varie specie che svolazzano un po’ ovunque.

Una cinquantina di metri prima di arrivare alla balconata si intravedono grosse nuvole d’acqua e si inizia a sentire il poderoso rumore del fiume che si prepara al tuffo di ottanta metri. La Garganta del Diablo è il salto più alto di tutto l’enorme complesso di 275 cascate. Lo spettacolo che ci si para davanti da subito una buona dimostrazione della forza e della potenza della natura.

Successivamente intraprendiamo il percorso inferiore, lungo il sentiero ci sono numerosi Coatì, dei parenti stretti dei procioni, per nulla impauriti dalla presenza umana. La particolarità di questo percorso è che le pensiline sono letteralmente immerse nella vegetazione della giungla, di tanto in tanto si ha la possibilità di scorgere le varie cascate. Proseguendo la vista si allarga sull’Isla San Martin e, sempre dalla stessa passerella, si continua a godere della vista di un lungo arcobaleno per poi arrivare alle piattaforme dalle quali si vedono da più vicino le altre cascate, dal Salto San Martin fino al Salto Ramirez. 

Il percorso si conclude con il Salto Chico e il Salto Dos Hermanos, costituito appunto da due cascate gemelle una a poca distanza dall’altra.

Il mattino seguente torniamo al terminal ma questa volta ci affidiamo all’impresa Cucero del Norte per arrivare alla parte brasiliana del parco, ovvero al Parque Nacional do Iguaçú, le procedure di dogana sono molto rapide per uscire dall’Argentina ed entrare in Brasile, arriviamo al parco in circa quarantacinque minuti, il prezzo d’ingresso al parco è il medesimo del giorno precedente.

Con un moderno autobus interno al parco giungiamo in prossimità dell’inizio del sentiero delle cascate, inizia la discesa immersi nella vegetazione, umidità ed acqua ovunque, dopo pochi metri si ha già una prima visione di parte dello spettacolo, si riesce ad avere una visione più d’insieme rispetto al giorno precedente.

Anche qui sono i piccoli procioni a farla da padrone, fino ad un certo punto in cui la vegetazione lascia spazio al cielo nel quale volteggiano delle maestose aquile. Man mano che si scende lungo il sentiero ci si avvicina sempre di più all’acqua e gli schizzi diventano sempre più costanti, quest’oggi mi aspetta una bella lavata completa! altro che le folate d’acqua del giorno precedente! fortunatamente ho con me i pantaloncini tecnici, il passaporto è al sicuro dentro la sua bustina stagna, e la fotocamera, beh la fotocamera mi da un’altra grossa soddisfazione continuando a funzionare praticamente ricoperta d’acqua. Il percorso si conclude con l’ascensore panoramico che risale sul punto più alto delle cascate, tenendo sulla sinistra la Garganta del Diablo.

Non so dire se sia preferibile optare per il lato argentino o quello brasiliano del Parco Nazionale, a parer mio uno completa l’altro, il primo offre la possibilità di entrare in contatto con l’energia sprigionata dal sito, il secondo invece da una visione globale che permette di comprendere a pieno davanti a cosa ci si trovi.

Quella di oggi era l’ultima escursione del mio percorso e sono estremamente contento di averla fatta insieme ai miei genitori, i quali non avrebbero mai pensato di imbattersi in un viaggio del genere prima di comprare i biglietti aerei.